Valentina
7 Settembre 2025Rubby, 18 anni
Io e la mia piccola viviamo con i miei genitori e i miei fratelli e ora tutti siamo molto affezionati a lei ma non è stato sempre così facile affrontare da sola l’inizio della mia gravidanza. Non è stato bello, ero senza un compagno, i miei non mi avevano mai vista con un ragazzo e soprattutto mia mamma in preda a mille perplessità, mi faceva tante domande, che anche se senza cattiveria, mi mettevano a disagio perchè io sinceramente non volevo rispondere.
Durante tutta la gravidanza penso di aver avuto solo pochi, pochissimi momenti di vera felicità. Per il resto mi sentivo sola, pervasa da tanti sensi di colpa e pensavo che se fossi andata a scuola regolarmente, avessi riflettuto sulle cose prima di farle non mi sarei di certo trovata in questa situazione; ma ormai, non potevo cambiare il corso degli eventi. Chi avrebbe mai pensato che la superficialità di una mattina mi avrebbe cambiato la vita, la vita intera??
Quando ho compiuto i 18 anni mi sentivo forte, sicura di me, LIBERA di poter fare tutto, compreso giustificare le mie assenze scolastiche e invece di frequentare la scuola, da qualche settimana preferivo scegliere di spendere quel tempo per divertirmi con gli amici. Quella mattina in particolare ci siamo trovati a casa di uno di loro e senza darci dei limiti abbiamo fatto un festino a base di alcool e droga. Io ho solo bevuto ma questo è bastato per togliermi la consapevolezza di quello che stava succedendo. Non ricordo nulla del rapporto che c'è stato ma i risultati sono arrivati presto. Il cosidetto padre di mia figlia quel mattino non ha avuto rapporti solo con me ma anche con quella che consideravo una mia cara amica. Comunque con me è stato solo un rapporto occasionale: il primo e l'unico. Arrivata a casa in uno stato pietoso, dopo una doccia, mia mamma mi ha invitato a cenare ma non riuscivo a presentarmi da loro perchè morivo dalla vergogna.
Mancava qualche giorno al mio 19 compleanno quando ho scoperto tramite il test di gravidanza di essere incinta. Non riuscivo a credere che questo fosse capitato a me poiché era/è una cosa più grande di me e credevo potesse capitare solo alle altre. Ho preferito gestirmi la situazione da sola perché non era la persona più adatta per fare da genitore. Forse, mi chiedo ora, se avessi accettato di parlare con lui, o lo avessi conosciuto meglio le cose sarebbero andate diversamente, ma dopo il suo rifiuto iniziale io ho completamente interrotto i rapporti. Non sapevo come affrontare questa complessa situazione. All'inizio ne ho parlato con due "amiche", poi con un amico e dopo la visita ginecologica e l'ecografia pensavo di abortire senza dire niente ai miei per non creare altri problemi. Ma mia mamma, e MAMMA in MAIUSCOLO, messa in allarme dal fatto che mi vedeva preoccupata e ansiosa, mi ha domandato delicatamente cosa mi stava succedendo e come mai questo ritardo del ciclo, finchè il giorno del suo compleanno mi ha chiesto esplicitamente se ero incinta e io non ho più potuto negare. Ero contenta di riuscire finalmente a parlarne con lei, ma contemporaneamente ero triste perchè vedevo i miei genitori delusi, preoccupati e mi rendevo contro che la situazione era veramente difficile! Io ero convinta di abortire, perché vedevo la mia vita già troppo incasinata. I miei genitori mi invitavano a riflettere e a scegliere liberamente. Sono andata all'ospedale con mio papà per fissare la data dell'aborto. E' stata un'esperienza difficile perché nel momento in cui avevo più bisogno di mia mamma lei non c'era, per lei era troppo e non ce la faceva a vedermi in quelle condizioni. Quando sono tornata a casa abbiamo di nuovo ripreso il discorso sulla scelta che stavo per fare e mia madre mi ha detto che loro sarebbero stati con me in ogni caso, sia che abortissi, sia che avessi tenuto il bambino. Questo era quello che mi mancava per cambiare idea, perchè non ero neanch'io così sicura della scelta alla fine: dentro di me stava crescendo un'altra persona... chi ero io per negargli la vita? Non riuscivo più ad essere così favorevole all’aborto.
Mi ritrovo spesso a riflettere su cos'altro avrei potuto fare: se avessi deciso di abortire comunque la mia vita non sarebbe rimasta la stessa per il gran vuoto che questa cosa mi avrebbe lasciato come è successo a mia cugina a 16 anni non ha potuto tenere il suo bambino perchè non ha avuto la mia gran fortuna di poter contare sull'aiuto e il sostegno della sua famiglia. E dopo una vitaccia di casini e problemi, ora a quasi trent’anni vuole a tutti i costi un figlio …
Inoltre sono sicura che senza mia figlia avrei continuato con la vita "sbandata" (a dir poco!) di allora che comunque mi avrebbe portato a gestire altre situazioni difficili; ora sono più responsabile e più capace di badare a me stessa, mi piaccio molto di più e mi sono scoperta capace di fare ciò che non pensavo nelle mie capacità.
Quando guardo la mia meraviglia mi si riempie il cuore, è incontenibile la gioia che provo, che mi ripaga da tutte le fatiche: non so’ ancora gestire quell’emozione e davanti ai suoi occhi mi commuovo sempre! Mi rendo conto che sto investendo tutta la mia sfera affettiva su di lei e su questo so che dovrò lavorare molto, perché non va bene, ma per ora è così!
Ho una paura che mi accomuna a tutte le mamme che sono nella mia stessa situazione: cosa dirò a mia figlia quando mi chiederà dov'è suo padre? Sarò in grado di gestire questa cosa? Penserete che la mia bambina sia troppo piccola per capire certe cose ma lei sa che non ha un papà, l'ha capito da sola e non sembra risentirne, per ora perchè non conosco bambina più felice di lei! Comunque le dirò quello che si avvicina di più alla verità, le dirò che lei è stata tanto voluta da me e che il suo papà ha avuto paura e ha preferito tornare a casa dalla sua mamma e che se un giorno quando sarà più grande vorrà conoscerlo sarà libera di farlo! (anche se in cuor mio spero proprio che non lo faccia perchè non credo che dopo l'inferno che ho passato riuscirei a sopportare questo… ma forse farò anche questo per lei!)
A chi un giorno si dovesse trovare nella mia situazione voglio dire di non vergognarsi, essere una ragazza madre non è una vergogna anzi, devo dire che ci vuole coraggio. Certo, mentre io allattavo, le mie amiche hanno finito la scuola, per accudirla ho dovuto rinunciare alle serate con loro. Ma appena mi sarò ripresa da questa stanchezza, piano piano riprenderò in mano i miei progetti e …
Vorrei raccontare tante cose, tante emozioni e ringraziare moltissimo il CAV e l’operatrice che ogni volta ha sempre una parola di conforto e di incoraggiamento. Grazie di tutto!
Quando ho compiuto i 18 anni mi sentivo forte, LIBERA di poter fare tutto…